La corte d’appello del Tribunale di Genova ha condannato il Ministero della Difesa a risarcire i familiari della vittima, morto per una patologia legata all’esposizione all’amianto
Il Giudice della Seconda Sezione Civile ha messo la parola fine a una triste storia. Notizia di questi giorni, la condanna del Ministero al pagamento di oltre 700mila euro. Il Tribunale ha condannato il dicastero al risarcimento del danno subito dai familiari di un dipendente dell’Arsenale della Marina Militare di La Spezia. La domanda è stata accolta come richiesto dall’Avvocato Frisani del medesimo Studio Legale Frisani di Firenze.
La corte d’appello del Tribunale di Genova ha condannato il Ministero della Difesa a risarcire i familiari della vittima, morta per una patologia legata all’esposizione all’amianto Gli elementi della storia presso l’Arsenale della Marina Militare.
La storia presso l’Arsenale
L’uomo impiegato presso l’arsenale spezzino, nonostante lavorasse in ambienti contaminati è sempre stato privo sia di qualsiasi dispositivo di protezione individuale, sia di informazioni sui rischi che potesse correre. Un lavoro svolto con amore e passione per oltre 30 anni. Nel 2016, dopo alcuni problemi di salute, la diagnosi di mesotelioma pleurico, un grave tumore che lo avrebbe portato al decesso l’anno successivo.
La sentenza d’appello
L’Avvocatura dello Stato, per conto del ministero della Difesa dopo la sentenza di primo grado, ha richiesto in appello il ricalcolo degli importi adducendo una “errata quantificazione”. La richiesta è stata avanzata basandosi sull’età dell’uomo (85 anni) ben oltre l’aspettativa di vita stimata a 80 anni e l’essere sposato da 62 anni.La Corte di Appello è stata di opposto avviso spiegando che:“Il punteggio riconosciuto alla signora si giustifica tenendo conto della durata del matrimonio che dimostra una vita vissuta in simbiosi con il marito”.