Il Tribunale di Genova ha condannato il Ministero della Difesa a risarcire i familiari della vittima, compreso il nipote, di un dipendente civile dell’arsenale della Marina Militare della Spezia, morto per una patologia legata all’esposizione all’amianto
Il Giudice Alberto La Mantia, della Seconda Sezione Civile ha messo la parola fine a una triste storia. Notizia di questi giorni, la condanna del Ministero dell’Interno al pagamento di oltre 700mila euro. Il Tribunale ha condannato il dicastero al risarcimento del danno subito dai familiari di un dipendente civile dell’Arsenale della Marina Militare di La Spezia. La domanda è stata accolta anche a favore del nipote, come richiesto dall’avvocato Elisa Ferrarello dello Studio Legale Frisani di Firenze.
Gli elementi della storia presso l’Arsenale della Marina Militare
L’operaio lavorava come civile presso l’arsenale spezzino, in ambienti contaminati, privo sia di qualsiasi dispositivo di protezione individuale che di informazioni sul rischio che correva. Un lavoro svolto con amore e passione dal 1958 fino al pensionamento nel 1994. Nel 2016, dopo alcuni problemi di salute, la diagnosi nefasta del tumore che lo ha portato al decesso poco tempo dopo.
Fattori determinanti, comprendendo la figura del nipote, che hanno spinto il Giudice Alberto La Mantia del tribunale di Genova a determinare l’ammontare dei risarcimenti come dal seguente elenco puntato:
- gli anni di matrimonio (ben 62), elemento fondamentale per testimoniare l’impatto profondo del rapporto esistente tra moglie e marito;
- I figli costretti a cambiare radicalmente stile di vita i dal momento in cui erano venuti a conoscenza dell’insorgere della malattia del padre;
- la continua presenza della figura dei nonni che hanno accudito per anni la crescita del nipote;
Fonte: La Repubblica
Le cifre del risarcimento
Dei 700mlia euro che il giudice ha deciso di garantire come risarcimento ai familiari, 45mila andranno al nipote, 235mila alla vedova, mentre ai due figli verrà corrisposto rispettivamente 228mila e 195mila.
Nonostante la certificazione offerta sia dal Renam (Registro Nazionale dei mesoteliomi) che dal COR (Centro Operativo Regionale) della Regione Liguria, che si sono impegnati nel dichiarare certa l’esposizione all’amianto, e dall’INAIL di La Spezia, che avevano entrambi appurato il nesso causale assegnando alla vedova una rendita, il Ministero della Difesa si è sempre dissociato da queste valutazioni, evitando di concedere ai familiari il risarcimento dei danni non patrimoniali.
Da segnalare che nel giugno del 2022, il Tribunale di La Spezia aveva già precedentemente condannato il Ministero della Difesa sullo “Iure hereditatis” (il risarcimento del danno subito da una vittima spettante ai congiunti),
Le conclusioni dello Studio Legale Frisani
Lo Studio Legale Frisani si è dichiarato soddisfatto. Il Tribunale ha voluto rimarcare quanto fosse doloso il comportamento assunto dal Ministero dell’Interno. I documenti che attestavano la presenza di amianto, le attestazioni di malattia fornite al Giudice, sono state meritevoli di attenzione, motivo sufficiente per accogliere la domanda di risarcimento. A questo punto non rimane che attendere e vedere se Il Ministero della Difesa ricorrerà in appello oppure se la sentenza passerà in giudicato.